GIO’ POMODORO
Giò Pomodoro: biografia
Nato a Orciano di Pesaro il 17 novembre 1930, Giorgio Pomodoro (nome anagrafico di Giò Pomodoro) studiò presso l’istituto per geometri di Pesaro. Avviatosi all’arte del cesello presso una bottega orafa, si trasferì a Milano nel 1954, dove espose presso la Galleria del Naviglio , oltre che alla galleria Numero di Firenze, alla galleria del Cavallino di Venezia e alla galleria dell’Obelisco di Roma. Con il fratello Arnaldo e gli artisti Dorazio, Fontana, Novelli, Parmeggiani, Perilli e Turcato espose nelle mostre del gruppo Continuità. Dal 1953 si dedicò alla scultura e alla ricerca informale.
Le partecipazioni ad eventi internazionali-
Nel 1956 partecipò, su invito, alla Biennale di Venezia con gli “Argenti fusi su osso di seppia”. Il 1959 lo vide invitato a Documenta 2 di Kassel, dove espose “Fluidità contrapposta”. Sempre nel 1959 partecipò alla Biennale dei giovani artisti di Parigi con “Superfici in tensione”, vincendo il premio per la scultura. Nel 1961 si svolse la mostra personale alla galleria internazionale di Parigi e una alla galleria Blu di Milano. Nel 1962 venne invitato per la seconda volta alla Biennale di Venezia. Dal 1965 si dedicò alle opere Radiali e Quadrati. Alla galleria Marlborough e alla galleria Martha Jackson (Stati Uniti), tra il 1966 e 1967, presentò alcune delle sue opere. Dagli anni settanta iniziarono gli ultimi due cicli caratterizzati da opere monumentali realizzate nello studio di Querceta di Serraveza in Versilia. Presso l’Arena di Verona, nel 1978, fu messa in scena l’opera La forza del destino, per la quale Pomodoro realizzò le scenografie. Il 1978 fu anche l’anno della terza partecipazione alla Biennale di Venezia. Nel 1980 fu la volta della realizzazione delle scenografie per la rappresentazione del Flauto Magico di Mozart, presso la Fenice di Venezia e nel 1984 prese parte alla sua quarta Biennale di Venezia. Dopo essere stato colpito da un ictus, decise di tornare a Milano, dove si spense il 21 dicembre 2002.