SALA GIALLA: ANNI ’50 – INFORMALE ED ESPRESSIONISMO ASTRATTO

Museo di grafica e multipli d'autore, d'arte moderna e contemporanea

Tour virtuale delle opere di Emilio Vedova, Carla Accardi, Tommaso Cascella, Arnaldo Pomodoro, Giò Pomodoro, Achille Perilli, Piero Dorazio, Riccardo Licata, Andrea Cascella, Emilio Scanavino, Antoni Tàpies, Alberto Burri.

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La produzione calcografica di Emilio Vedova rappresentò, per lo stesso autore, un’esperienza nuova, che vide la quasi assenza del colore a favore del “carattere” del segno, che resta sempre un colpo di pennello, da guardare da vicino, per apprezzarne i più piccoli particolari che lo compongono.

Carla Accardi nasce a Trapani nel 1924. La sua carriera artistica inizia con il gruppo Forma 1, ideato e fondato assieme agli amici e colleghi come Pietro Consagra, Ugo Attardi, Mino Guerrini, Achille Perilli, Giulio Turcato, Piero Dorazio e Antonio Sanfilippo. Carla Accardi muore a Roma il 23 febbraio 2014

Tommaso Cascella nasce a Roma nel 1951. La sua pittura è incline a una trasposizione tridimensionale, un tutt’uno con la sua scultura in bronzo. Le intense composizioni cromatiche di Cascella sono vere e proprie architetture costellate di simboli, che attraverso il senso della vista, sembra quasi che le si possano toccare.

Arnaldo Pomodoro, come il fratello Giò, è riuscito a portare nella calcografia tutta l’energia del proprio linguaggio scultoreo, dando alla superfice del foglio sia la forza della plasticità, che gli effetti cromatici della patina.

L’arte di Giò Pomodoro, originata dalla maestria del cesello, è stata esempio internazionale dell’arte informale nel panorama italiano, dagli anni ’50 a seguire.

Lo stile pittorico di Achille Perilli, fonda le sue figure geometriche sull’ambiguità, sull’essere insieme aperte e chiuse, sul suo crescere fino a creare uno spazio non reale, ma dell’immagine, fatta di figure piane che allo sguardo risultano inverosimili ed irregolari, quasi irrisolte e concepite in una direziona assolutamente astratta.

L’arte della pittura non è destinata alla fabbricazione più o meno ingegnosa di immagini, ma alla ricerca di quegli elementi chiave della percezione visiva che generano il modo di vedere e di intendere le immagini.” Piero Dorazio

Il linguaggio artistico di Riccardo Licata è un alfabeto composto da simboli e tratti grafici, che saranno i “soggetti” di moltissime sue opere, specialmente gli oli su tela, nelle tecniche miste, e nelle serigrafie a tiratura limitata. Questi tratti, Licata stesso li definisce lettere immaginarie, una “scrittura grafico-pittorica” che trae ispirazione dal linguaggio musicale.

Con il fratello Pietro, Andrea Cascella è stato uno dei più importanti scultori che hanno caratterizzato il panorama artistico italiano, sopratutto nel periodo a cavallo tra le due metà del secolo, incarnando nelle proprie opere il cambiamento dell’arte, dall’astrazione all’espressionismo astratto.

Il gesto muove la materia sulla superficie pittorica, registrandosi sotto forma di segno.

Autore dell’informale internazionale, Antoni Tàpies agisce nello spazio pittorico caricandolo di segni di forte valenza espressiva.

Le lacerazioni, i movimenti casuali delle crettature, o le corrosioni delle superfici sono, nella poetica di Alberto Burri, la trasposizione materica delle più profonde sensazioni ed esperienze esistenziali dell’essere umano. Come per Emilio Vedova, la guerra è l’elemento che innesca l’atto creativo di Burri come risposta all’illogica violenza umana che strappa, distrugge e lacera la vita, lasciando segni profondi sulla superfice pittorica, che ne diventa una rappresentazione simbolica.

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